lunedì 29 marzo 2010

Al seggio per Emma con il Gorilla e Gesù

E' mezzanotte e non sono ancora andata a votare. Ci andrò, tra qualche ora, accompagnata dal Gorilla che in questi ultimi giorni si è mangiato i manifesti elettorali di Bologna e dal volto di Gesù che è apparso nel centralissimo corso di via Mazzini a Cosenza tra una candidato di sinistra ed uno di destra. Ci andrò con alle spalle una campagna elettorale segnata da governatori "muta animalia" e dall'intervento divino - ambedue, a favore del premier -. Ci andrò nonostante le riluttanze della mia parte più "sinistra". Ebbene mi appresto ad andare a votare Emma Bonino, perché - per dirla con Rossana Rossanda - non è di sinistra è : "una persona limpida che rispetta le regole, ma è una liberale di ferro". E' quanto di meglio aveva la sinistra da offrire nel Lazio (e non solo). Già la sinistra, quella critica, radicale, quella riformista ma comunista, democrat: divisa tra quanti si sono "flagellati per non aver creduto nel mercato" e quelli che "non si occupano (più ndr) dei ceti deboli". In Francia avvertiva Rossanda, nel suo articolo comparso su il Manifesto il 23 marzo scorso, a ridosso del risultato delle elezioni d'Oltralpe: "il partito socialista, Europe Ecologie e la sinistra socialista di Jean Luc Mélenchon assieme a quel che resta del Pcf, hanno conquistato tutte le regioni dell'Alsazia. L'astensionismo ha lasciato per terra la destra".


E' mezzanotte e l'astensionismo c'è. Il sito del Viminale comunica i dati sull'affluenza in 9 regioni per le regionali: è stata del 47,1%, circa 9 punti in meno rispetto al 2005. Le regioni in questione sono: Piemonte, Lombardia, Veneto, Liguria, Emilia Romagna, Umbria, Lazio, Campania e Basilicata, i cui dati elettorali fluiscono al ministero dell'Interno.
Gli appelli a non disertare le urne sono arrivati unanimi da destra e sinistra. La tentazione di restare a casa è stata alimentata dal pasticcio delle liste del Pdl escluse dalla magistratura; dalle inchieste giudiziarie deflagrate mentre erano in corso i comizi; e dalla sospensione delle trasmissioni politiche della Rai (ricordava sul Corriere della Sera Massimo Franco). Per quanto negativo possa essere il nostro giudizio sull’insieme della politica, o sull’uno e sull’altro dei candidati (suggeriva Eugenio Scalfari nell'editoriale su Repubblica), per quanto nauseabonda sia stata questa campagna elettorale, il momento in cui decidiamo di restare a casa corrisponde ad una resa: "non illudiamoci così di punire i partiti: astenersi significa chiamarsi fuori, non farsi carico del futuro del Paese, rinunciare a dare un’indicazione della direzione che vorremmo. E chi rinuncia a dire la sua non ha mai ragione".


Ps. sette giorni fa ho "aperto" questo blog torturata dal "verme" dell'astensionismo.

7 commenti:

  1. Sembra che l'astensionismo abbia colpito solo alcuni elettori della Lombardia e non altri: Formigoni, coinvolto dal pasticcio delle liste, esulta per il successo ottenuto.
    Chissà se Berlusconi esulterà altrettanto alle prossime politiche?

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  2. Nel Lazio è peggio. L'astensionismo è stato il primo dei partiti di sinistra. Non siamo in Francia e mi sento molto sinistrata!

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  3. ciao, molte cose influenzano gli elettori, che una volta stanno da una parte, una volta dall'altra (come chi li rappresenta): che tocchi vincere a uno o all'altro, sono intercambiabili (l'importante è il potere, il cittadino non conta più nulla); non è qualunquismo, il mio... la mia utopia, se posso dirlo: l'azzeramento dell'attuale classe politica, assieme alla Chiesa!

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  4. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  5. Cara Angie, anch'io nutro i tuoi stessi "sentimenti" nei confronti dell'attuale classe politica e nei confronti dei vertici del Vaticano. Il fatto è che chi ci governa decide anche se io e te possiano comuncare liberamente su questo blog. Il partito dell'astensionismo ha diritto di esistere come tutti gli altri e comincio a pensare che l'unica lezione politica che potrebbe disarcionare il moloch dei partiti potrebbe venire dal non volo alle prossime politiche.

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  6. Ciao
    a urne aperte la rabbia è davvero tanto, per una classe dirigente della sinistra che nn riesce a capire che l'unica vera soluzione a tutto questo scempio sarebbe la loro fuga, ricominciare da zero, con tanti volti nuovi, valori e meno inciuci da baffetto.
    un saluto

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  7. Ciao Ernest, condivido, mandiamoli a casa alle prossime politiche.

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