giovedì 1 aprile 2010

Primo Aprile: c’è un leader e non è un pesce

Nichi Vendola c'è. A sinistra, piaccia o non piaccia, è l’unico leader credibile e spendibile per quel che resta fuori dal Pd (e fa paura, anche Bersani teme, non a caso si è messo a scrivere ai circoli del suo partito il giorno dopo la lettera dei 49 senatori che gli chiedevano di "cambiare passo"). Oltre a riconquistare la Puglia, già governata da cinque anni, il leader di Sinistra ecologia e libertà (Sel) è riuscito a far eleggere tredici consiglieri regionali in tutta Italia. La Federazione della Sinistra con Paolo Ferrero, segretario del Prc, portavoce dell’alleanza con il Pdci e Socialismo 2000 (più il pezzo di Cgil - Lavoro e società) ha “conquistato” dodici eletti Prc, quattro Pdci e un verde. Insieme si può. Basta sciogliere impeachment di partito. E mandare giù qualche boccone amaro. Ma i tempi sono maturi. Tre anni di campagna elettorale a partire da oggi (se il governo Berlusconi non cade prima, ma la vedo dura). Se non ora quando?

Paolo Ferrero lo sa. Il portavoce nazionale della Federazione della Sinistra ha inviato a tutti i leader dei partiti di opposizione una lettera con cui chiede di costruire un forte movimento di opposizione al governo Berlusconi e alle sue politiche. Il primo passo, ha spiegato, deve essere un'iniziativa politica comune in difesa dell'articolo 18. «I risultati delle elezioni regionali consolidano a mio parere il governo Berlusconi. Questo nonostante la corruzione, le iniziative antidemocratiche e la politica antisociale che scarica i costi della crisi su giovani, lavoratori e pensionati» sottolinea Ferrero nell'appello diffuso dall'ufficio stampa del partito. Dunque «vi propongo di costruire una primavera referendaria che oltre a sostenere il referendum promosso dai Comitati per l'acqua pubblica, promuova unitariamente referendum contro il nucleare, contro la precarietà e la legge 30». Più in generale, prosegue Ferrero, «vi propongo di concordare alcuni obiettivi chiari sulla redistribuzione del reddito e del lavoro, sulla lotta alla precarietà, sulle politiche economiche e ambientali, al fine di determinare la base su cui costruire una mobilitazione duratura nel paese». Peccato che Ferrero si sia dimenticato un passaggio dovuto alle donne: la difesa della 194 e del farmaco Ru486 messo all’indice dal neo governatore piemontese, il leghista Roberto Cota con tanto di sollievo per i vescovi.

Giù le mani dalla Ru486. Perché Ferrero non ha aggiunto una parola sullo scontro aperto sulla pillola tanto indigesta alla Chiesa? C’è riuscita perfino Renata Polverini. E anche il Pd. Certo la neogovernatore si è tenuta bassa, ma qualcosa ha detto: la somministrazione della Ru486 “seguirà lo stesso percorso dell'aborto chirurgico, quindi sarà somministrata in ospedale. C'è una legge, la 194, che va rispettata io sono a favore della vita e farò tutto quello che è necessario per difenderla nel rispetto della legge”. Anche perché c’è chi nel Pdl è deciso a riconquistare terreno nei confronti della lega e così l’ex missino Maurizio Gasparri punta alto e attacca il direttore dell'Aifa, l'Agenzia per il farmaco che ha dato il via libera alla vendita della Ru486. "Appare sempre più evidente la inadeguatezza del direttore Guido Rasi - minaccia Gasparri - che continua ad intervenire in maniera strana sulla pillola e sembra sempre più un piazzista di farmaci. Porrò al governo il problema della gestione dell'Aifa, che a mio avviso non garantisce adeguati livelli di competenza, trasparenza, imparzialità. Con la salute e con la vita non si scherza".

Regalateci questa primavera. Riportate in piazza la sinistra, stiamo affogando in un regime leghista e fascista e l’aria è sempre più rarefatta. Chi deve faccia un passo indietro per il futuro e che non sia un Pesce d’Aprile. Se non ora quando?




5 commenti:

  1. Rifondazione si allea con la Bresso e con la Bonino, come spera di andare oltre quel misero 3%? Io accetterei un'alleanza tra vendoliani e rifondazione ma questi invece di allearsi tra di loro si alleano col Pd e allora che vadano al diavolo pure loro, non è così che si fa la sinistra.

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  2. Senza scampo? forse no! nel Pd così com'è i vendoliani finiranno per essere una frazione di una corrente (i fatti mi smentiranno?) e poi dovrebbero passare sul cadavere di D'Alema e non solo. Rifondazione è ostaggio di se stessa, pochi ma divisi (i capi, si perché Ferrero è ostaggio di se stesso oltre che dei grassiani). L'esperimento Federazione della Sinistra è morto prima di nascere, tant'è che Diliberto (l'erede suo malgrado di Cossutta alla guida del Pdci) si è imboscato. Se i frutti della Fabbrica e quelli della Federazione non maturano adesso si dissolveranno in una conserva dal retrogusto amaro, ma tanto amaro da essere indigesta anche ai porci (con tutto il rispetto per l'antico e nobile animale, chiamato in causa soltanto dal diritto di metafora).

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  3. vendola e' l'unico che ha stravinto, e pensare che non lo volevano neanche candidare .... hanno dovuto fare le primarie per scoprire l'ovvio.

    sulla questione della pillola... e' uno scandalo! ste leggi le fanno sempre gli uomini chissa' come mai?

    Clelia

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  4. Benvenuta Clelia. E ti ricordo che hanno preferito spaccare un partito pur di non riconoscergli il ruolo di leader... a meno di un anno e mezzo dal congresso di Rifondazione (Chianciano 24 - 27 luglio 2008) che segnò la sua “sconfitta” (decisa a tavolino dal patto scellerato tra Ferrero e Grassi) Vendola è riuscito a far mangiare polvere non solo a gli ex compagni di Rifondazione ma per ben due volte al Pd, D’Alema in primis. E non è poco. Visto adesso rifondatoli e piddini corteggiano la “sua alleanza”. Il fatto è che a sinistra nessuno lascia la “poltrona” da vivo. Se proprio costretto fonda una sua corrente e rema contro il suo successore.
    Sarà per questo che la politica maschia produce e riproduce mostri e zombie. Un dato tra tutti arriva dalla “controversa sconfitta” elettorale: nel Pd le donne elette in 13 regioni sono 25 su 189. Ed è accaduto l’altro ieri: 28 e 29 marzo 2010. Nel partito democratico, l’illuminato Pd.
    Per riprenderci la parola non ci resta che tornare in piazza, sulla strada e sul web. A cominciare dalla difesa di una legge dello Stato: la 194 e della pillola Ru486. Il colmo è che dobbiamo scendere in piazza a difendere due diritti “legiferati”. Lo slogan che sta girando per la manifestazione è: PIAZZIAMOCI A TORINO. A presto.

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  5. Io sono a Londra, e ti confesso che mi e' venuto da piangere quando la Polverini ha vinto.... di poco ma ha vinto... con tutti i casini di MILIONI e i suoi "panini" .... bahhhh.... rimango basita.

    la piazza e il web saranno il nostro terreno per riscostruire cio' che dovrebbe essere gia' nostro, per dover ancora giustificare il libero arbitrio che il vATICANO, non ci riconosce ancora!!!!!

    Clelia

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