martedì 30 marzo 2010

La cosa Silvio e l'astensionismo sinistro

La cosa e l'astensionismo. Silvio Berlusconi ha vinto anche questa volta. Governava due sole regioni - contro undici del centrosinistra - ed oggi ne governa sei (grazie alla Lega). IL Pd si conferma partito-governo in sette regioni. Eppure: il Pd non ha ancora capito che differenza fa un'alleanza con Idv o Udc; Prc e Pdci preferiscono la Tav di Mercedes Bresso ai NoTav della Val Susa con i quali hanno condiviso le barricate fino al giorno prima (desistenza la chiamano) e fanno un favore a Beppe Grillo e al suo Partito Cinquestelle che vola alto fino al 3% e poi c'è Nichi Vendola, bello e forte come il sole. Ma c'è l'astensionismo. E così nel giorno della conta dei voti tutti a puntare il dito contro l'astensionismo. Pure il presidente della Repubblica. Eppure tutti hanno vinto, da Berlusconi a Bersani ognuno ha la sua ragione di vittoria. Eppure molti non hanno votato a destra e sinistra. Sembrano tutti reduci da una sbronza a Palazzo Grazioli.

Il distacco dei cittadini dalla politica. Il partito del non voto che si è materializzato nella bassa affluenza alle urne in occasione delle elezioni regionali, deve essere superato rilanciando un processo di riforme che sia rispettoso dei valori della solidarietà e degli equilibri costituzionali. E' la convinzione del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che oggi uscendo dalla sala della Lupa di Montecitorio ha risposto così a chi gli domandava cosa pensasse della bassa affluenza alle urne. Già immagino: le riforme. Quelle del conductator. Silvio Berlusconi. E mi viene in mente il passaggio di un articolo di José Saramago pubblicato su El Paìs il 7 giugno 2009 accanto al nudo presidenziale del Cavaliere: "Non vedo quale altro nome potrei dargli. Una cosa pericolosamente simile a un essere umano, una cosa che che dà feste, organizza orge e comanda un paese chiamato Italia. Questa cosa, questa malattia, questo virus minaccia di essere la causa della morte del paese di Verdi se un vomito profondo non riesce a strapparlo dalla coscienza degli italiani prima che il veleno finisca per corrodergli le vene e distruggere il cuore di una delle più ricche culture europee". ( La cosa Berlusconi, El País, 7 giugno 2009). Volevamo la fantasia al potere? Eccovi un passaggio del discorso del presidente ai cittadini che hanno votato scheda bianca in massa raccontato da Saramago nel romanzo Saggio sulla lucidità:


«Siete voi, sì, soltanto voi, i colpevoli, siete voi, sì, che ignominiosamente avete disertato dal concerto nazionale per seguire il cammino contorto della sovversione, della indisciplina, della più perversa e diabolica sfida al potere legittimo dello stato di cui si abbia memoria in tutta la storia delle nazioni».


Il risultato è sconvolgente: oltre il 70% delle schede valide è un voto in bianco. Le elezioni non sono regolari e vanno rifatte. Il secondo scrutinio, tuttavia, è ancora più devastante del primo: il 18% al p.d.d., l’8% al p.d.m., l’1% al p.d.s. e l’83% sono schede bianche. La reazione del potere pre-costituito non può farsi attendere: all’iniziale “sconcerto”, “stupefazione”, “scherno” e “sarcasmo” seguono tutte le macchinazioni e contromisure da prendere per attutire quel colpo brutale alla purezza del meccanismo di voto e per ristabilire la normalità democratica. E' soltanto il risultato sconvolgente narrato nel Saggio sulla lucidità da Saramago. Eppure...

Ps. Ce l'ho messa tutta:
Al seggio per Emma con il Gorilla e Gesù

lunedì 29 marzo 2010

Al seggio per Emma con il Gorilla e Gesù

E' mezzanotte e non sono ancora andata a votare. Ci andrò, tra qualche ora, accompagnata dal Gorilla che in questi ultimi giorni si è mangiato i manifesti elettorali di Bologna e dal volto di Gesù che è apparso nel centralissimo corso di via Mazzini a Cosenza tra una candidato di sinistra ed uno di destra. Ci andrò con alle spalle una campagna elettorale segnata da governatori "muta animalia" e dall'intervento divino - ambedue, a favore del premier -. Ci andrò nonostante le riluttanze della mia parte più "sinistra". Ebbene mi appresto ad andare a votare Emma Bonino, perché - per dirla con Rossana Rossanda - non è di sinistra è : "una persona limpida che rispetta le regole, ma è una liberale di ferro". E' quanto di meglio aveva la sinistra da offrire nel Lazio (e non solo). Già la sinistra, quella critica, radicale, quella riformista ma comunista, democrat: divisa tra quanti si sono "flagellati per non aver creduto nel mercato" e quelli che "non si occupano (più ndr) dei ceti deboli". In Francia avvertiva Rossanda, nel suo articolo comparso su il Manifesto il 23 marzo scorso, a ridosso del risultato delle elezioni d'Oltralpe: "il partito socialista, Europe Ecologie e la sinistra socialista di Jean Luc Mélenchon assieme a quel che resta del Pcf, hanno conquistato tutte le regioni dell'Alsazia. L'astensionismo ha lasciato per terra la destra".


E' mezzanotte e l'astensionismo c'è. Il sito del Viminale comunica i dati sull'affluenza in 9 regioni per le regionali: è stata del 47,1%, circa 9 punti in meno rispetto al 2005. Le regioni in questione sono: Piemonte, Lombardia, Veneto, Liguria, Emilia Romagna, Umbria, Lazio, Campania e Basilicata, i cui dati elettorali fluiscono al ministero dell'Interno.
Gli appelli a non disertare le urne sono arrivati unanimi da destra e sinistra. La tentazione di restare a casa è stata alimentata dal pasticcio delle liste del Pdl escluse dalla magistratura; dalle inchieste giudiziarie deflagrate mentre erano in corso i comizi; e dalla sospensione delle trasmissioni politiche della Rai (ricordava sul Corriere della Sera Massimo Franco). Per quanto negativo possa essere il nostro giudizio sull’insieme della politica, o sull’uno e sull’altro dei candidati (suggeriva Eugenio Scalfari nell'editoriale su Repubblica), per quanto nauseabonda sia stata questa campagna elettorale, il momento in cui decidiamo di restare a casa corrisponde ad una resa: "non illudiamoci così di punire i partiti: astenersi significa chiamarsi fuori, non farsi carico del futuro del Paese, rinunciare a dare un’indicazione della direzione che vorremmo. E chi rinuncia a dire la sua non ha mai ragione".


Ps. sette giorni fa ho "aperto" questo blog torturata dal "verme" dell'astensionismo.

sabato 27 marzo 2010

Papi Ratzinger segreti e bugie III

Silvio Berlusconi scrive a Benedetto Ratzinger: La nostra gente, infatti, sa distinguere tra gli errori umani, di cui la storia è piena e gli enormi frutti di bene che sono nati e continuano a nascere dalla radice cristiana


Radici cristiane/1. La banda della Magliana. Ricorda oggi sull'Unità Angela Camuso di quando monsignore fu indagato con la banda della Magliana e stiamo parlando di Gianfranco Girotti: sua eccellenza è l'attuale reggente della Penitenzieria Apostolica Vaticana, cioè è l’alto prelato che il 30 Maggio del ’98, come rivelato dal New York Times, partecipò con Bertone alla riunione che di fatto insabbiò il caso del reverendo Lawrence Murphy, gratta-gratta, è un sacerdote dall’imbarazzante passato giudiziario. Il Vaticano ha scelto come rappresentante della massima autorità morale della Chiesa, dopo il Papa (in pratica la Penitenzieria è il tribunale che decide su grazie e indulgenze) un uomo che nel 1985 fu inquisito - e poi prosciolto - perché sospettato di fare arrivare in carcere cocaina, farmaci, radioline e altri oggetti proibiti ai componenti della banda della Magliana. All’epoca Girotti, che ora ha 77 anni, faceva infatti il cappellano nel penitenziario romano di Regina Coeli. E peraltro nel carcere lavorava a fianco, in qualità di suo aiutante, del noto don Piero Vergari, lo stesso sacerdote che caldeggiò la scandalosa sepoltura del bandito Enrico De Pedis nella basilica monumentale di Sant’Apollinare. Girotti fu formalmente accusato di favoreggiamento personale e interessi privati in atti d’ufficio insieme a un altro ex cappellano, don Pietro Prestinizi, che venne addirittura arrestato: dalle intercettazioni telefoniche la polizia scoprì che padre Girotti parlava al telefono, «apparentemente in amicizia», con Enrico Nicoletti, il “banchiere” della banda della Magliana attualmente sotto processo per associazione mafiosa, mentre Prestinizi conversava con uomini vicini a Pippo Calò.

Radici cristiane/2
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Pecca, pentiti, risorgi. Il modo in cui la Chiesa affronta la questione degli abusi sessuali sui minori da parte del clero cattolico "è cruciale per la sua credibilità morale": è quanto afferma padre Federico Lombardi, portavoce del Vaticano, in un commento alla Radio Vaticana. Secondo il direttore della sala stampa vaticana gli "attacchi mediatici" delle ultime settimane - in primo luogo i reportage del New York Times - hanno fatto danni ma da questi eventi Ratizinger ne esce rafforzato, non indebolito. "A un osservatore non superficiale - sostiene infatti padre Lombardi - non sfugge che l'autorità del Papa e l'impegno intenso e coerente della Congregazione per la dottrina della fede" escono dai "recenti attacchi mediatici, non indeboliti, ma confermati nel sostenere e orientare gli episcopati nel combattere ed estirpare la piaga degli abusi dovunque si manifesti". La recente lettera del Papa alla Chiesa di Irlanda - prosegue il gesuita - "ne è una testimonianza intensa che contribuisce a preparare il futuro attraverso un cammino di guarigione, rinnovamente e riparazione. Con umiltà e con fiducia - conclude il direttore della sala stampa vaticana - in spirito di penitenza e di speranza, la Chiesa entra ora nella Settimana Santa e domanda la misericordia e la grazia del Signore che soffre e risorge per tutti".

 

Pensieri di Gad Lerner: Se ora il Vaticano si trincerasse nella teoria del complotto anticlericale, provocherebbe un danno grave alla Chiesa. Benvenuto lo scandalo

venerdì 26 marzo 2010

Papi Ratzinger segreti e bugie II

Silvio Berlusconi scrive a Benedetto Ratzinger: La nostra gente, infatti, sa distinguere tra gli errori umani, di cui la storia è piena e gli enormi frutti di bene che sono nati e continuano a nascere dalla radice cristiana

Radici cristiane/1. New York Times . Dopo le accuse di ieri il Nyt rilancia contro il Vaticano riportando alla luce un caso di pedofilia a Monaco. Al tempo in cui era ancora arcivescovo il futuro papa Benedetto XVI fu tenuto strettamente aggiornato su un caso di abusi in Germania, molto più di quanto lasciato trasparire dalla Chiesa. Circostanza che accresce gli interrogativi sulla gestione dello scandalo da parte di Ratzinger prima della sua ascesa al Vaticano.
Secondo quanto riferisce il quotidiano, l'allora cardinale Joseph Ratzinger fu informato del fatto che padre
Peter Hullermann, che con la sua approvazione aveva iniziato una terapia negli anni '80, sarebbe tornato alla sua attività pastorale pochi giorni dopo l'inizio della cura psicologica. Lo stesso prete fu successivamente condannato per molestie ai danni di bambini.
Fino ad oggi, ricorda il Nyt, la responsabilità della decisione di riabilitare il sacerdote tedesco era stata attribuita all'allora vice di Ratzinger, reverendo Gerhard Gruber. Ma il quotidiano, adesso riferisce dell'esistenza di una memoria informativa consegnata al futuro papa in cui lo si informava sulla situazione di Hullermann. "L'esistenza del documento è confermata da due fonti ecclesiastiche", riferisce il Nyt, "e dimostra che Ratzinger non solo presiedette un incontro il 15 gennaio 1980, con il quale si approvava il trasferimento del prete, ma fu anche informato della nuova dislocazione del sacerdote".

Radici cristiane/2. «
Mera speculazione». Con questi termini il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi, ha bollato il nuovo articolo pubblicato oggi ( Il Nyt accusa il papa di avere coperto un caso di pedofilia. Replica del Vaticano) sul caso del prete pedofilo Peter Hullerman. Con riferimento al periodo in cui il papa Joseph Ratzinger era arcivescovo di Monaco di Baviera, padre Lombardi ha rinviato alla smentita pubblicata questa mattina in un comunicato dell'arcidiocesi bavarese, secondo la quale «l'articolo del Nyt non contiene alcuna nuova informazione oltre a quelle che la arcidiocesi ha già comunicato sulle conoscenze dell'allora arcivescovo sulla situazione del sacerdote Hullermann. L'arcidiocesi - prosegue il comunicato citato dal direttore della sala stampa vaticana - conferma quindi la sua posizione, secondo cui l'allora arcivescovo non ha conosciuto la decisione di reinserire il sacerdote nell'attività pastorale parrocchiale. Essa rifiuta ogni altra versione come mera speculazione. L'allora vicario generale, mons. Gerhard Gruber, ha assunto la piena responsabilità della sua propria ed errata decisione, di reinserire Hullermann nella pastorale parrocchiale».

giovedì 25 marzo 2010

Papi Ratzinger segreti e bugie

Silvio Berlusconi scrive a Benedetto Ratzinger: La nostra gente, infatti, sa distinguere tra gli errori umani, di cui la storia è piena e gli enormi frutti di bene che sono nati e continuano a nascere dalla radice cristiana

Radici cristiane/1 New York Times. Le gerarchie ecclesiastiche non presero le misure necessarie contro un religioso del Wisconsin che aveva abusato sessualmente di qualcosa come 200 ragazzini di un prestigioso istituto per sordi e questo nonostante i vescovi americani avessero ripetutamente avvertito la Santa Sede che la vicenda avrebbe potuto creare grave imbarazzo alla Chiesa. E’ quanto emerge da documenti ecclesiastici in possesso pubblicati dal Nyt. Dalla corrispondenza interna dei vescovi del Wisconsin al cardinale Joseph Ratzinger, futuro papa Benedetto XVI, risulta - scrive il quotidiano - che le autorità ecclesiastiche, mentre discutevano se il sacerdote dovesse essere sconsacrato, avevano come «principale preoccupazione quella di proteggere la Chiesa dalla scandalo» (tutti i documenti sul sito del Nyt).
Radici cristiane/2 La menzogna. «Il viceparroco della Santissima Trinità don Vagno ha mentito. Né io né mia madre abbiamo mai trovato quel cadavere e l'abbiamo detto ai magistrati di Salerno». Parole di Annalisa Lo Vito, che il mercoledì e il venerdì insieme alla madre Margherita Santarsiero fa le pulizie nella chiesa dove il 17 marzo è stato ritrovato un cadavere che si ritiene appartenga a Elisa Claps. Il sacerdote - ha aggiunto - ha detto agli investigatori che il cadavere di Elisa è stato trovato a gennaio e che quella scoperta l'avremmo fatta mia madre e io. Su questo siamo state interrogate per ore sabato dai magistrati di Salerno: a loro abbiamo detto di non aver mai ritrovato il cadavere di Elisa. La prima volta che siamo salite su quel terrazzo è stata il 10 marzo», sette giorni prima della scoperta.

mercoledì 24 marzo 2010

Meno male che Rosy c'è


Porta a porta. Rai. 7 ottobre 2009. "Lei è più bella che intelligente. Non mi interessa nulla di ciò che eccepisce". Rosy Bindi, vicepresidente della Camera, sbianca in volto, Pier Ferdinando Casini si porta una mano alla fronte con aria disperata, persino Vespa sembra imbarazzato. Studio di Porta a porta, è quasi l'una di notte e Silvio Berlusconi interviene in diretta per ribadire l'attacco a Napolitano e insultare l'unica donna presente senza che nessuno degli uomini in trasmissione (oltre a Vespa e a Casini ci sono l'editorialista della Stampa Riccardo Barenghi, il ministro della Giustizia Angiolino Alfano e il suo predecessore Roberto Castelli) abbia il coraggio di intervenire. E' la stessa Bindi, con un filo di voce a rispondergli: "Evidentemente io sono una donna che non è a sua disposizione". Ma lo "show" di Berlusconi a Porta a porta è andato anche oltre. Il premier, subito prima della battuta contro la Bindi, aveva ribadito il suo durissimo attacco al presidente della Repubblica Napolitano, "ostaggio" e anche "complice" - l'accusa di Berlusconi - dei giudici comunisti.

Lingotto. Torino. 23 marzo 2010. Il presidente del consiglio a corto di argomenti veri si esercitato nel suo refrain da cabaret contro Mercedes Bresso, presidente del Piemonte e candidata del centrosinistra per le prossime regionali. Al Lingotto, nel comizio organizzato per dare l'ultima spinta al "suo" candidato, il leghista Roberto Cota (“cotechino” per gli amici, “orso fratello kota” per i manifesti elettorali), il Cavaliere si è così espresso: "Sapete perché - dice - Bresso è sempre di cattivo umore? Perché al mattino quando si alza e si guarda allo specchio per truccarsi, si vede. E così si è già rovinata la giornata".

Oggi Rosy Bindi ha regalto uno specchio a Mercedes Bresso le era stato donato da una signora proprio qualche giorno dopo le offese in tv del premier. "A noi piace specchiarci - ha aggiunto la Bindi - perché ci sentiamo bene con noi stesse e ci sentiamo forti così. Sono convinta che Bresso sappia difendersi dalle volgarità del premier da sola. E non credo che le donne italiane si sentano rispettate nella loro dignità da un uomo che riduce la donna alla sua dimensione fisica, che la valuta secondo un suo personale giudizio estetico e che le usa come strumento di corruzione politica. Anche così, Berlusconi contribuisce al degrado della vita civile e morale del paese". Rosy Bindi, sicura, decisa, chirurgica: l’unica (ahimé, ma meno male che c’è) voce di donna autorevole, che marca e smarca l’overdose di testosterone - seppur innocuo per tardà età della nostra classe politica – nella quale è immersa questa anomala campagna elettorale per le regioni, orami agli sgoccioli. E pensare che ci sono milioni di donne che a sinistra non si sentono rappresentate. C’è rimasta Bindi e meno male che Rosy c’è.

martedì 23 marzo 2010

Bonino ce la farà anche senza Bagnasco?

Il cardinale Bagnasco è tornato oggi a dare la linea ai cattolici. Lo ha fatto firmando la nota dei vescovi della Liguria che amplifica difatto il veto posto ieri sulla candidata abortista al governo della regione Lazio, Emma Bonino (appunto) ma anche contro Mercedes Bresso (per lo stesso motivo). Nella nota i vescovi precisano che il rispetto della vita umana e del matrimonio tra uomo e donna, il diritto al lavoro e alla casa, l’integrazione degli immigrati sono tutti «valori che non possono essere selezionati secondo la sensibilità personale, ma vanno assunti nella loro integralita». Dunque se si è contro l’aborto si deve anche essere a favore di una legge più umana contro i migranti, per il diritto alla casa e al lavoro.
Gli effetti del pressing dei vescovi sarà difficilmente quantificabile prima dei risultati delle elezioni. Certo è che a Roma (e dunque nel Lazio) potrebbe avere un effetto meno ”potente” di quanto si tema. Un recente sondaggio della Ipsos: tra i «praticanti assidui» (quelli che vanno a messa tutte le domeniche), il 37% dice che voterà per la Bonino e il 30% per la Polverini. Sarà per questo che Bagnasco torna a ripere la liturgia antiabortista? Bagnasco salverà Polverini dalla cattiva Bonino? C'è da sperare che molti cattolici non condividano l'integralismo dei vescovi di fede Pdl. C’è da sperare che Bonino ce la faccia anche senza l'involontario aiuto di Bagnasco.

Emma e l'aborto, "evergreen" dei vescovi











"Non ho niente da commentare, sono le solite cose, nessuna novità, un evergreen". Scivola così Emma Bonino, candidato del centrosinistra alle regionali, in merito alle parole del cardinal Bagnasco che aveva indicato aborto e difesa della vita come valori non negoziabili per gli elettori cattolici. La crociata dei vescovi (e dei cattolici, dentro e fuori la chiesa) sarà evergeen, ma liquidarlo in una una battuta non aiuta l'elettore indeciso tra l'astensionismo e il voto. Soprattutto se donna. Soprattutto a pochi giorni dalla delibera del Consiglio Superiore di Sanità che ha "decretato" la somministrazione della pillola RU486 soltanto a fronte di un ricovero ospedaliero ordinario fino alla verifica dell'espulsione completa del feto. Quindi, nel nostro Paese - diversamente da ciò che normalmente accade da anni in tutti i paesi della Ue (tranne Irlanda e Portogallo) - si autorizza una pillola che ha come funzione quella di evitare un costoso e gravoso ricovero ospedaliero, ma se ne vincola l'uso al suddetto ricovero ospedaliero. E si dice chiaramente alle regioni che avevano deciso di somministrare la RU486 in day hospital che il ricovero giornaliero è fuori legge.

Tradotto sulla pelle delle donne: chi abortirà chirurgicamente lo potrà farà in day hospital, mentre chi preferirà ricorrere alla pillola dovrà restare in ospedale per almeno tre giorni. Certo si potrà deidere di "firmare" l'uscita dopo aver preso e andare a casa... ma quante se la sentiranno di rischiare? Cara Emma le donne del Lazio non vanno liquidate con una battuta "evergreen". Soprattutto quando sarà il futuro governatore a decidere sui tagli alla sanità, e dunque dei posti letto, e dunque della disponibilità dei posti letto anche per l'interruzione della gravidanza chirurgica o meno.

lunedì 22 marzo 2010

La Stampa dimentica Ferrero



Ieri il quotidiano diretto da Calabresi è andato in edicola “avvolto” dal dettagliato inserto dal titolo: “ma per cosa andiamo a votare?”.
Regione per regione, candidati e pillole di programmi, peccato che nella scheda sulla Campania il redattore si sia dimenticato un terzo candidato alla poltrona di governatore: Paolo Ferrero, segretario del Prc, portavoce della Federazione della Sinistra.
Sarà stato un tiro “mancino”, meglio “sinistro”, suggerito da Jena? Oppure Ferrero ci ha ripensato e l’ha comunicato soltanto a Calabresi? Ferrero boicotta Ferrero? Certo è che nel vuoto programmatico della politica la svista del quotidiano targato Fiat è un segnale di inutilità dei partiti ma soprattutto della crisi identitaria che sta annullando la sinistra, dal Pd a Sinistra critica e i loro rispettivi leader. 

Sette giorni al voto, requiem per le regionali



Sette giorni al voto. Sette giorni per decidere voto o non voto. La chiamata elettorale è per la scelta del governatore regionale, ma dei programmi politici dei candidati non c’è traccia.
Non per leggerezza dell’informazione - che sia la stampa, la tivvù o la radio, oppure internet - ma perché il programma elettorale dei candidati governatori, in questa partita di giro, non è importante. Può non esserci. Il core business di questa tornata elettorale esula dalle prerogative amministrative delle regioni in materia di salute, occupazione, scuola e quant’altro di pertinenza dei futuri governatori. La macchina di questa campagna elettorale è tarata sui leader dei partiti e le loro velleità. A destra come a sinistra (centristi compresi).
A distanza di sette giorni abbiamo assistito, e partecipato con distinguo di appartenenza, a due piazze. In piena campagna elettorale i leader delle coalizioni di centrosinistra (prima) e di centro destra (poi) hanno prenotato la piazza nazionale decidendo di sospendere i comizi regionali decretandone la loro inutilità.